Rida




Durata: 4.37 min
Regia: Sebastian Cordes
Paese d’origine: Danimarca
Anno: 2008
Lingua: danese e arabo con sottotitoli in italiano
Genere: fiction
Età consigliata: 13 – 16 anni

 

Parole chiave

Sinossi

Rida è un ragazzo di origine araba. Sta compilando un formulario nel quale deve rispondere a una domanda sulla sua cittadinanza: “Cittadino danese? Sì o no”. In quel momento arriva la sua ragazza per troncare la relazione perché i genitori di lei non vogliono che si frequentino; e subito dopo il padre lo chiama per comunicargli che dovrà sposare Sumayra, una ragazza che lui frequentava quando aveva cinque anni. Rida non ne vuole sapere e la compilazione del formulario diventa la metafora di come sia complesso incasellare la propria vita in definizioni rigide e confrontarsi con gli immaginari che gli altri hanno sulle nostre identità.

Premessa

Questo cortometraggio è frutto di un laboratorio tenuto dal regista Sebastian Cordes in una scuola di cinema ed è stato ideato e realizzato interamente dagli studenti. Le esperienze personali e i contesti di vita sono importanti per mettere in luce i cambiamenti nella società e possono diventare oggetto di riflessione e soggetti interessanti per progetti artistici (una pièce teatrale, la sceneggiatura di un cortometraggio, un’opera d’arte).

Tracce di discussione

La discussione sul film può aiutare gli studenti ad approfondire i temi dei cambiamenti generazionali e culturali, della sfida a costruire e definire la propria identità tenendo conto dellla trasversalità delle proprie appartenenze e del confronto intergenerazionale.

– Chiedete agli studenti di pensare al loro contesto familiare e al gruppo di persone che reputano essere un riferimento per loro; Chiedete di elencare in quali aspetti del carattere, delle abitudini e dei valori di questo gruppo, si identificano e quali invece li differenziano da questo loro contesto. Sulla base degli esempi portati, riflettete su come l’insieme di questi due movimenti complementari (l’identificazione e la differenziazione), costruisca la loro identità e la possibilità di definire una propria specificità e autonomia.

– Negli episodi raccontati nel filmato, Rida attraversa diversi stati emotivi; tutte le volte che si ragiona con i giovani di appartenenza e identità è importante considerare la dimensione emotiva .
Chiedete agli studenti di provare a definire le emozioni che, secondo loro, Rida vive nei diversi momenti rappresentati nel corto. Proponete loro di confrontarsi su episodi concreti in cui, nella relazione con i propri genitori o altri adulti di riferimento, si siano trovati nella stessa situazione del protagonista. Successivamente chiedete di riflettere sull’idea di una scelta personale e dei modi migliori per comunicarla agli altri con l’obiettivo di parlarne e condividerla.

– Sulla base degli episodi riportati e delle riflessioni fatte, proponete agli studenti di identificare le scelte personali che, seppur prese in contrasto con il loro mondo adulto di riferimento, si sono rivelate, secondo loro, non solo importanti per loro stessi, ma anche per la trasformazione e il rinnovamento positivo dei contesti a cui appartengono. Aiutate gli studenti a portare esempi concreti e a discuterli con i compagni.

Per approfondire

GIOCO DELLA GUIDA

5. Chi è io?

CONSIGLIO DI LETTURA

Buuuuu, Luigi Garlando, Einaudi, 2012 (dagli 11 anni)
Oggi forse non uccido nessuno. Storie minime di una giovane musulmana stranamente non terrorista, Randa Ghazy, Fabbri, 2007 (dai 14 anni)

CONSIGLIO DI VISIONE

Le ferie di Licu, Vittorio Moroni, 2006

GLOSSARIO: NUOVI ITALIANI

Nuovi italiani è l’espressione migliore per indicare gli immigrati che hanno acquisito la cittadinanza italiana ma anche i figli degli immigrati, nati in Italia o arrivati da piccoli, che qui hanno studiato, anche se formalmente non hanno ancora la cittadinanza italiana.

L’espressione “nuovi italiani” ha una dimensione più politica ed è quella corretta accanto a “seconde generazioni dell’immigrazione” o semplicemente “seconde generazioni”.

Riferirsi ai figli degli immigrati come a stranieri è discriminatorio e sbagliato. Chi è nato in Italia da genitori immigrati, oppure è arrivato al seguito della famiglia quando era molto piccolo, considera l’Italia come la sua patria e a volte non ha mai “messo piede” nel paese d’origine dei genitori.[1]

Una volta ottenuta la cittadinanza si deve semplicemente parlare di cittadini italiani.



[1] Parlare Civile, A cura di Redattore Sociale, Bruno Mondadori, 2013

 

 

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