Durata: 7.30 min
Regia: Kaya Wright Polmar
Paese d’origine: Norvegia
Anno: 2005
Lingua: norvegese con sottotitoli in italiano
Genere: animazione
Età consigliata: 6 – 13 anni
Parole chiave
Sinossi
Un gruppo di bambini gioca, nel cortile di casa, al “centro di accoglienza rifugiati”: chiunque voglia entrare nel cortile deve fare domanda d’asilo, raccontando una storia avvincente e motivando la sua richiesta. Mentre i bambini stanno giocando, i genitori devono affrontare, nella realtà, gli stessi problemi.
Premessa
Il corto mostra la prospettiva dei bambini sull’asilo politico. Nel gioco, che arriva anche a rovesciare i ruoli, i bambini hanno il potere di accettare o rifiutare le richieste di accoglienza nel luogo che appartiene loro: il cortile di casa. In questo modo rivelano quali sono le difficoltà che affrontano i richiedenti asilo.
Tracce di discussione
La discussione sul film può aiutare gli studenti ad approfondire il tema della richiesta d’asilo in Europa e della condizione dei rifugiati.
– Che gioco fanno i bambini nel cortile? Quale domanda ripetono ad ogni nuovo venuto? Perché? Chi vive, secondo voi, nelle case di quel cortile?
Spiegate alla classe cosa significa in Europa fare domanda d’asilo. Spiegate la differenza tra profugo e rifugiato.
– Chi arriva da profugo o per chiedere asilo in Europa fugge da situazioni di violenza, guerra o persecuzione. A differenza di altre persone che decidono di migrare, i profughi e i richiedenti asilo non hanno tempo di programmare la partenza: di portare con sé documenti, oggetti personali e salutare amici e parenti. Quando arrivano nel paese di accoglienza, spesso vivono nel timore che ai propri familiari, rimasti nel paese d’origine, possa esser fatto del male. Che cosa significa accogliere delle persone in queste condizioni materiali e psicologiche? Che cosa, secondo voi, deve essere messo loro a disposizione per una vita dignitosa?
– Cosa succede verso la fine del corto? Cosa comunica, secondo voi, la polizia alla famiglia che vive nel centro rifugiati? Immaginate di incontrare il bambino della famiglia che sta lasciando la sua casa, che cosa gli direste? Perché è importante secondo voi ascoltare e tenere presente, in queste situazioni, anche il punto di vista dei bambini?
Per approfondire
GIOCO DELLA GUIDA
2. Barriere linguistiche
14. Posso entrare
15. Tre cose
CONSIGLIO DI LETTURA
Cécile. Il futuro è per tutti, Maire–Aude Murai, Giunti, 2010
CONSIGLIO DI VISIONE
Vai e vivrai, Radu Mihăileanu, 2005
GLOSSARIO: RICHIEDENTE ASILO – RIFUGIATO – PROFUGO
Il diritto d’asilo o asilo politico è un’antica nozione giuridica, in base alla quale una persona perseguitata nel suo paese d’origine può essere protetta da un’altra autorità sovrana: un paese straniero o un santuario religioso (come nel medioevo).
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo riconosce il diritto d’asilo all’art. 14 come “diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni”, non invocabile, però, da chi “sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai princìpi delle Nazioni Unite”.
Un richiedente asilo è colui che presenta, in un altro stato, domanda d’asilo per il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, o per ottenere altre forme di protezione internazionale. Fino al momento della decisione finale da parte delle autorità competenti, egli è un richiedente asilo ed ha diritto di soggiorno regolare nel paese di destinazione. Il richiedente asilo non è quindi assimilabile al migrante irregolare, anche se può giungere nel paese d’asilo senza documenti d’identità o in maniera irregolare, attraverso i cosiddetti “flussi migratori misti”, composti, cioè, sia da migranti irregolari che da potenziali rifugiati.
Se la domanda viene accettata il richiedente asilo diventa un rifugiato.
Un rifugiato è colui al quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati, alla quale l’Italia ha aderito insieme ad altri 143 Paesi. Nell’articolo 1 della Convenzione il rifugiato viene definito come una persona che: “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese”. Lo status di rifugiato viene riconosciuto a chi può dimostrare una persecuzione individuale.
Profugo è invece è un’espressione, priva di valenza giuridica, usata per definire chi è costretto ad abbandonare il proprio paese in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, a calamità naturali (es. i profughi siriani).